Leonardo Calì, Linguaggi comparati: poesia - musica, GDE Edizioni Musicali, Roma, 2021
FINALMENTE
un libro che guida concretamente nella ricerca degli autentici contenuti di una pagina artistica (poesia, musica, immagine, movimento,….).
L’esposizione tematica dell’opera è condotta secondo il duplice obiettivo di raggiungere almeno due classi di abituali ascoltatori rispettivamente il comune lettore amatoriale e il competente musicista attraverso ben distinti
modi di cercare e di leggere.
Per un verso la parola poetica rivela tutto ciò che possiede come congenita musicalità (si veda cap. “Le strofe poetiche”) : colori, accenti, tempi, scelte lessicali e sillabiche, ordine delle forme aggettivali, avverbiali,
sostantivali,…., qualità eccelse di libera immaginazione, di cui il comune descrittivo del parlato rappresenta solo l’occasionale pretesto o motivo d’ispirazione per la creazione del documento d’arte ma esce sicuramente dal
computo dei cosiddetti contenuti da racconto.
Per altro verso (si veda il cap. “Le strofe musicali” ) la musica è contemplata per le qualità di rendersi discorsiva, stilisticamente classificabile, riconoscibile, riassuntabile (cfr. il cap. “sintesi, memoria”) da parte di ambedue i suddetti destinatari.
A specificare e a rendere comprensibile siffatta doppia interpretazione dei due linguaggi interviene il mezzo visivo del segno nell’atto di fornire la dimensione fraseologica (grafemi proposizionali) quale supporto spaziotempo
di emozioni suscitate dai suoni e rese tangibili dai segni (audizionevisione).
A tal proposito lo scritto (partitura) manifesta in concreto le forme in cui si esprime la musica; il corrispondente grafema ferma quanto l’incerto orecchio coglie per definirlo nella nuova immagine che ciascun ascoltatore/lettore riesce a delineare per propria sensibilità.
Analoga impostazione vale anche per la musica strumentale e per tutta la
musica che si ammanta di arte, come dimostrato in lontani e recenti lavori
dello stesso autore.
L’editore